Polinesia
Sognavo la Polinesia fin dai banchi di scuola e mi ero ripromessa che un giorno, non so come, non so quando, ci sarei andata. Quel giorno arrivò, avevo 27 anni, e finalmente quel sogno si sarebbe avverato. Un ostacolo però si era interposto. Era il 1991, inizio della guera del golfo, tutti rinunciavano a partire per i viaggi, gli aeroporti erano presidiati come non mai prima e la gente aveva paura. Devo ammettere che per un momento ho pensato anche io a rinunciare a quel viaggio, ma poi, da fatalista quale sono, sono partita ugualmente e ho fatto benissimo. Il viaggio è lunghissimo, quindi ho deciso di spezzarlo facendo tappa tre giorni in America, a Los Angeles, per poi proseguire fino a Papeete . Tutte le ore di aereo,ne valgono assolutamente la pena solo per assitere ad uno dei più bei paesaggi che la natura possa offrire.
All’epoca ero solita prenotarmi solo il volo aereo, e una volta sul luogo, cercarmi gli alberghi, non esisteva booking o il cellulare, nemmeno internet, quindi l’avventura era assicurata. Una volta arrivata a Papeete, mi sono recata all’ufficio informazioni che mi ha subito indicato diversi hotel dove soggiornare. Da Papete mi sono spostata a Moorea, era la prima isola che avevo in programma di visitare, un’isola dove il verde, i fiori e l’acqua trasparente ti restano impressi nella mente e nel cuore. Gli hotel non erano bellissimi come lo possono essere oggi, ma erano in armonia con la natura, niente di enorme, tutti piccoli hotel dove godevi del mare da mattina a sera. Qui abbiamo noleggiato una moto e siamo andati in giro per Moorea visitandola tutta, fermadoci in negozietti che avevano tutto, tranne che l’aspetto di negozi, ma dove la proprieteria dipingeva a mano parei spettacolari che avevano gli stessi colori dell’isola. Sempre a Moorea abbiamo preso un’escursione serale con cena dove la popolazione del luogo i Maori, ci ha mostrato come usano cucinare sotto terra, per poi mangiare su piatti fatti di foglie. Lo spettacolo di un gruppo di ballerini e ballerine che hanno danzato “La Hula” la loro danza tipica, ha dato un giusto finale alla serata coinvogendoci in questo ballo sensuale
Passata una settimana abbiamo preso un volo interno che ci ha portato a Bora Bora. Qui abbiamo goduto del relax più totale facendo sport acquatici, escursioni agli atolli vicini e alla barriera corallina. L’acqua a tratti di color viola, gli ibiscus rosa fucsia, gialli, arancioni,rossi, e il profumo di quest’isola, sono ancora impressi nella mia mente e nel mio cuore come allora. Qui dovevamo rimanerci una settimana per poi anadre a Papeete, ma gli albergatori ci hanno sconsigliato di rimanere a Papeete per così tanti giorni, visto che è un’isola vulcanica, e molto più turistica, così abbiamo prolungato il nostro soggiorno a Bora Bora e non ce ne siamo affatto pentiti. Una volta arrivati a Papeete, abbiamo riscontrato che le persone ci avevano consigliato bene. A Papete abbiamo visitato il museo Gauguin. Siamo rimasti qui solo pochi giorni. Eravamo così lontani dalla nostra realtà, le notizie arrivavano frammentarie, infatti abbiamo saputo che la guerra del Golfo era finita dopo 4 giorni.
Sono passati ormai molti anni da quel viaggio e ancora lo ricordo con tanta gioia, sono contenta di aver ascoltato il mio istinto ed essere partita lo stesso, oggi non godrei di queste belle sensazioni ripensando a quei luoghi magici. Sono anche contenta di aver viaggiato in quel periodo, dove il turismo ancora non la faceva da padrone, adesso è tutto diverso, grandi alberghi, strutture ultra moderne, connessioni internet perchè altrimenti non riusciamo a vivere senza, eppure, vi assicuro che senza tutto questo, io sono stata benissimo.