Mostre

Cammina nelle sue scarpe

Vien da chiedersi cosa spinga un uomo a camminare? Quali siano le forze e le idee che lo sostengono? Il fine e la meta  che vuole raggiungere?

Non resta che una risposta: “Camminare nelle sue scarpe”


A giugno mi è capitato di imbattermi per caso in una mostra dedicata alle scarpe, non una mostra feticista, ma semplicemente il tentativo di immergerci nell’affascinante mondo dei camminatori per “passione, fede o necessità”.

Devo dire che ne sono rimasta molto colpita, perché un accessorio come la scarpa, che noi diamo per scontato per molti non lo è.

Se penso ai racconti dei miei genitori o dei miei nonni, che mi raccontavano di aver un unico paio di scarpe per tutte le stagioni e, se eri fortunato o benestante avevi le scarpe per la domenica, mentre adesso,  non ci rendiamo conto di  quanto siamo fortunati ad avere scarpe per ogni stagione.

Questa mostra mi ha fatto riflettere sull’importanza della scarpa per Passione, Fede  o Necessità. Ci avete mai pensato che un oggetto come la scarpa possa essere tutte queste cose?

Passione: quando puoi permetterti di collezionarle e magari permetterti di comperati le scarpe dei tuoi sogni, Jimmy Choo, Manolo Blahnik o delle Louboutin, sei la donna più felice della terra, senza pensare  invece,  che per una persona che vive in un paese devastato dalla guerra avere un paio di scarpe può salvarti la vita.

In questa mostra c’erano diverse scarpe appartenute a personaggi famosi ma anche scarpe che raccontavano il passato, le guerre e la Storia di persone comuni. Un paio di queste erano di una donna che era fuggita dalla sua città istriana, una fuga dove aveva dovuto abbandonare tutto e,  l’unico bene prezioso era quel paio di scarpe che le ha permesso di fuggire in Italia.

Necessità:  un’altro paio erano di una donna di Sarajevo, un paio di semplici scarpe, non  da ginnastica adatte per il footing, ma scarpe normali che però ugualmente le hanno permesso di correre per sfuggire ai colpi di arma da fuoco. Scarpe che quando  le possiedi in certi paesi colpiti da guerre sei molto fortunato, perché anche un paio di semplici scarpe ti può salvare la vita,  magari bruciandole per scaldarsi quando non hai più niente da bruciare.

Fede: altre scarpe invece, raccontavano la storia dei camminatori per fede, i pellegrini.

Mentre le scarpe che mi sono piaciute di più di tutte  erano una scultura di Antonio Gregolin intitolata:  “AMORE:  chiodo fisso di gioia e dolore”, rappresentato da un paio di décolleté rosse.

Questa scultura rappresentava  molto bene l’AMORE, almeno per me, quando sei innamorato il tuo chiodo fisso è la persona amata, sopratutto nei primi tempi, vivi  in uno stato di gioia, ti sembra di camminare ad un metro da terra, gli occhi ti brillano, però, può trasformarsi in un chiodo fisso di dolore, quando per vari motivi perdi il tuo essere amato.

Lulù

Breve storia dell’esodo istriano

L’esodo Giuliano dalmata, noto come esodo istriano, è un evento storico che ha visto la diaspora forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana che si verificò a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale e negli anni successivi (1950) dai territori del Regno d’Italia, prima occupati dall’Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia. Il fenomeno, susseguente agli eccidi noti come foibe, coinvolse in generale tutti coloro che diffidavano del nuovo governo jugoslavo e fu particolarmente rilevante in Istria, dove si svuotarono dei propri abitanti interi villaggi e città. Un esodo silenzioso e forzato che costringe migliaia di persone alla fuga frettolosa, abbandonando gran parte dei loro averi e beni.

Giunti in Italia, trovarono un clima di diffidenza e insofferenza sociale durato per decenni. Solo dal 2004 fu istituzionalizzato dallo Stato italiano “il Giorno del Ricordo” il 10 febbraio di ogni anno, per non dimenticare queste vittime innocenti della storia e dell’assordante silenzio.