Mostre

Palazzo Ducale e Fontego dei Tedeschi, un pomeriggio tra amiche

Giovedi 14 Marzo 2019

amiche#cultura#aggiornamenti#sempreinlinea

Il nostro scopo è condivisione, aggiornamento, ricaricarsi con la fantasia.

La quotidianità non è sempre semplice: lavoro, relazioni, impegni tutte cose che influenzano l’umore e la nostra stabilità emotiva. Quindi perché non creare nuove esperienze, ritagliandosi degli spazi per mettere su dei presupposti che tengano alto il nostro stato emotivo mirato alla positività?

Un pomeriggio con le amiche.

Step 1: Palazzo Ducale Mostra del Canaletto

CANALETTO E VENEZIA Dal 23 febbraio al 9 giugno 2019 Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge

Mostra CANALETTO E VENEZIA Dal 23 febbraio al 9 giugno 2019 Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge Il Settecento veneziano con le sue luci e ombre si snoda lungo le sale di Palazzo Ducale, nel racconto di un secolo straordinario e del suo protagonista: Giovanni Antonio Canal, il Canaletto. Una stagione artistica di grande complessità e valore, di eccellenze nel campo della pittura, della scultura, delle arti decorative. Fin dal suo inizio il 700 si mostra come un secolo di enorme vitalità e grandi cambiamenti, nel linguaggio dell’arte, nella storia delle idee e delle tecniche, nella vita sociale. La mostra parte dall’affacciarsi nei primi anni di una nuova forma artistica, che rompe i legami con il rigore del Classicismo e con la teatralità del Barocco, mentre il colore prende il sopravvento sul disegno. Luca Carlevarijs pone le basi del vedutismo veneziano, Rosalba Carrera rinnova l’arte del ritratto. Due giovani coetanei dipingono opere in cui la luce acquista valenza fondante, costitutiva: Giambattista Tiepolo con pennellate aggressive in composizioni dinamiche, Canaletto nella pittura di vedute, lo stile di entrambi si farà poi più controllato e nitido. Il viaggio prosegue con la pittura di costume di Pietro Longhi, l’esplosione del vedutismo, la pittura di storia e quella di paesaggio, il capriccio. E la grande stagione dell’incisione, che diversi sperimentano, e di Giambattista Piranesi. Il racconto di questo secolo è anche quello della presenza europea della Serenissima e del viaggiare dei suoi artisti. Mentre anche l’arte vetraria di Murano vive i suoi fasti, con l’oreficeria e la manifattura di porcellane. Protagonisti di fine secolo sono Francesco Guardi e Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista. Nelle vedute di Guardi il linguaggio pittorico, tremolante e allusivo, lontano dalle solari certezze di Canaletto, sembra evocare una Venezia in disfacimento, mentre il tempo del vivere felice e aristocratico lascia il posto a un popolo di irriverenti Pulcinella, dove tutti sono liberi e uguali, e sullo sfondo la rivoluzione infiamma la Francia. Il secolo dei lumi, e il percorso espositivo, si chiude con l’affermarsi del Neoclassicismo, su tutti giganteggia Antonio Canova.

http://palazzoducale.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/canaletto-e-venezia/2018/12/19915/canaletto/

Fonte: http://palazzoducale.visitmuve.it/it/mostre

Giovanni Antonio Canal, meglio conosciuto come il Canaletto (Venezia, 17 o 18 ottobre 1697 – Venezia, 19 aprile 1768), è stato un pittore e incisore italiano, noto soprattutto come vedutista.

I suoi quadri, oltre a unire nella rappresentazione topografica architettura e natura, risultavano dall’attenta resa atmosferica, dalla scelta di precise condizioni di luce per ogni particolare momento della giornata e da un’indagine condotta con criteri di scientifica oggettività, in concomitanza col maggiore momento di diffusione delle idee razionalistiche dell’Illuminismo. Insistendo sul valore matematico della prospettiva, l’artista, per dipingere le sue opere si avvaleva talvolta della camera ottica. (Fonte Wikipedia)

Da buone veneziane Doc potevamo perdercelo? Anche no!   

Step 2: Aperitivo

Da Palazzo Ducale 5 minuti a piedi ed ecco Rosa Salva (San Marco, Calle Fiubera), mitico e storico locale veneziano (dal 1870)

Step 3 : Fontego dei Tedeschi Evento  “Dimmi che scarpa indossi e ti dirò chi sei”

“Ballerine, scarpe con il cinturino alla caviglia, mocassini, tronchetti, sandali, décolleté, zeppe, Mary Jane, tacchi vertiginosi… ad ogni scarpa corrisponde un’identità e uno stile. In occasione della mostra “I’m not Cinderella, I just love shoes”, Paola Pizza, psicologa della moda assieme a Federica Rossi, curatrice del Museo della Calzatura a Villa Foscarini Rossi ci accompagneranno in un viaggio tra modelli iconici che sono entrati nell’olimpo della moda, sconvolgendo tendenze e influenzando il gusto e le scelte di migliaia di donne. Le storie di questi modelli suggeriranno altri racconti legati all’eccellenza, alla passione e all’artigianalità della produzione calzaturiera e daranno la possibilità di esplorare il modo in cui è possibile esprimere sé stessi utilizzando questo “accessorio del desiderio” come un linguaggio che collega corpo e psiche.

Esperienza di oggi interessante ed entusiasmante. Organizzata molto bene da rappresentanti preparate: la fantastica (a nostro parere) Paola Pizza psicologa della moda

Ilaria collaboratrice di Villa Foscari Rossi della Riviera del Brenta, e ::::::::::: responsanbile del Fontego.

Eccoci qui per tenerci appunto sempre aggiornate non potevamo perderci nemmeno questo evento organizzato in uno dei palazzi storici di Venezia, il Fontego dei Tedeschi .

Il palazzo è stato a lungo di proprietà delle Poste Italiane. Ceduto nel 2008 al gruppo Benetton, è stato sottoposto a un nuovo intervento di recupero statico e funzionale, sotto la direzione artistica dell’architetto olandese Rem Koolhaas, per la sua riconversione in centro commerciale dotato anche di un polo culturale, che è stato aperto al pubblico il 1 ottobre 2016.

DFS Inaugura coì in Italia il suo primo punto vendita in Europa.

https://www.dfs.com/it/venice/info/history

Abbiamo avuto il piacere di conoscere e seguire Paola Pizza, psicologa della moda. È stata professoressa a contratto di Psicologia Sociale alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze, e dal 1992 ha insegnato Psicologia della moda, Psicologia dei consumi e Psicologia della vendita al Polimoda. E’ autrice di: L’ottimismo nella vendita (Angeli), Psicologia sociale della moda (QuiEdit), del saggio “Palestra creativa: menti allenate ad affrontare i cambiamenti” in AA.VV. Formare il futuro (Angeli) e del blog www.psicologiadellamoda.com. (http://www.psicologiadellamoda.com/wordpress/author/paolaadminpaola/)

Persona preparata ed esperta, cortese simpatica e stimolante. Ci ha spiegato attraverso delle slide come un accessorio cosi importante nel mondo soprattutto femminile possa influire nella nostra quotidianità. I riferimenti nonché gli esempi sono stati molti, ne vogliamo ricordare alcuni che ci hanno colpito.

Le scarpe Manolo Blahnik, ribattezzate anche “scarpe di Cenerentola” sono semplicemente stupende: di modello decolleté, satinate, senza plateau, con un tacco a stiletto e con una raffinata lavorazione di pietre scintillanti sulla punta, sono scarpe chic che alle più romantiche ricordano anche un momento cruciale di Sex and the City: la proposta di matrimonio di Mr. Big a Carrie. Sex and the city la nostra favola moderna.

Uscire la sera con le amiche è mettersi le scarpe coi tacchi, per sentirsi più belle, e per dare un tocco frizzante a queste situazioni.

Le scarpe sono entrate nel nostro stile di vita. Vero noi di Vizi e Stravizi non possiamo farne a meno.

Le scarpe sono un linguaggio che collega corpo e psiche. Appena indossiamo un paio di tacchi ci protendiamo nei piani alti. La moda serve per differenziarsi e renderci unici.

Quando scegliamo abiti e accessori sono un transfer di sentimenti e scegliere una scarpa è raccontare un po’ di noi.

Una nota urologia afferma che i tacchi rafforzano i muscoli pelvici dice che i tacchi fanno bene. E ne siamo felici!

Ricordiamo cosi alcuni esempi e citazioni:

Ballerine Ferragamo Colazione da Tifany

Citazione dal film Forrest Gump – “Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose, dove va, cosa fa, dove è stata”.

Micam 2018 Stotter Johannes https://www.youtube.com/watch?v=ZB-4fbGJ8XU

Villa Foscarini Rossi – Museo della Calzatura

A Stra, non lontano da Venezia e Padova, lungo la Riviera del Brenta, nei pressi di Villa Pisani, sorge il complesso architettonico secentesco Villa Foscarini-Rossi. Sulle rive del Brenta, le nobili famiglie veneziane costruirono dimore importanti per la villeggiatura, specchio della loro ricchezza e potenza. Secondo il costume aristocratico, i Foscarini chiamarono illustri architetti, come Vincenzo Scamozzi, Francesco Contini, Giuseppe Jappelli, pittori e decoratori, come Pietro Liberi e Domenico de Bruni, affidando loro il compito di creare e decorare una residenza che esprimesse l’importanza del casato, soprattutto da quando la famiglia aveva dato alla Serenissima un Capitano da Mar e un Doge.
Dopo un accurato restauro, che ha valorizzato le purissime linee architettoniche e gli importanti affreschi, l’intero complesso – Villa e Foresteria è stato aperto al pubblico, con l’intento di renderlo vivo cosi come era stato pensato e voluto dai nobili Foscarini; i saloni della Villa sono diventati sede museale, quelli della Foresteria ospitano convegni, meeting, ricevimenti, concerti, esposizioni.

Fonte : http://www.villafoscarini.it/

Storia – Il Museo della calzatura nasce dall’iniziativa del comm. Luigino Rossi, presidente del Calzaturificio, di esporre i pezzi più rappresentativi creati dall’azienda nel corso della sua attività. La struttura è stata inaugurata il 24 giugno 1995, anniversario dei cinquant’anni di attività dell’azienda.
Museo – Il percorso espositivo è stato organizzato con l’intento di valorizzare il contributo delle singole case di moda, con un occhio di riguardo all’evoluzione stilistica della “griffe” nel corso del tempo, ove gli anni di collaborazione con la Rossimoda lo rendano possibile.
Rossimoda produce calzature femminili di lusso, grazie all’acquisizione di licenze di marchi di alta moda al massimo livello di qualità e importanza internazionale. Il completo controllo di tutte le fasi del processo produttivo, consente all’azienda la massima riservatezza, dote indispensabile nel gestire i rapporti con le case di moda.

Irene ci spiega che ci sono 500 aziende attualmente sulla Riviera del Brenta che lavorano sulla calzatura.

Annetta

6 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *